Trieste - Corso Umberto Saba

Corso Umberto Saba, già Contrada della Schranga Vecchia o anche: Sranga, Stranga, Stanga (dal tedesco Schranke, barriera, transenna, lin riferimento all'ufficio daziario qui ospitato fino alla metà dell'Ottocento, prima di essere trasferito in via dell'Istria) Vecchia, successivamente via della Barriera Vecchia, dal 1919 Corso Garibaldi e Corso Saba dal 1966. Il sito, originariamente occupato da una "ricca vegetazione boschiva...dei baroni de Fin" (Rutteri, 1950), venne interessato tra gli anni Venti e Trenta del Novecento da un'intensa attività costruttiva con importanti ristrutturazioni e la costruzione di nuove fabbriche.

Sopra e sotto: Corso Umberto Saba 2. Casa Sordina. - L'immobile è collocato su Corso Umberto Saba, in origine denominata Barriera Vecchia, in riferimento all'ufficio daziario qui ospitato fino alla metà dell'Ottocento, prima di essere trasferito in via dell'Istria. Il sito, originariamente occupato da una "ricca vegetazione boschiva...dei baroni de Fin" (Rutteri, 1950), venne interessato tra gli anni Venti e Trenta del Novecento da un'intensa attività costruttiva con importanti ristrutturazioni e la costruzione di nuove fabbriche. A testimoniare il periodo di grande sviluppo urbanistico ottocentesco rimane l'edificio in esame; il progetto originale, datato 2 novembre 1855, reca la firma dell'architetto Giovanni Degasperi e il visto dell'allora ispettore edile Giuseppe Bernardi. Il disegno descrive un edificio a tre piani fuori terra, più soffitta abitabile, arricchito al pianoterra da un rivestimento a bugnato, su cui si aprono fori commerciali e finestre. L'ingresso principale, con portone il legno decorato a rilievo, è affiancato da semi pilastri a sostegno di una struttura lignea che sale fino la terzo piano. Al giugno del 1888 risale un progetto per la "riduzione delle chiuse e mostre delle finestre " del prospetto principale a nome delle proprietarie "signore Onorina Contessa Sordina ed Emma Contessa Alberty". Segue nel 1898 un ulteriore intervento sulle finestre del pianoterra. La struttura è stata interessata da diverse modifiche, in particolare, tra gli anni Cinquanta e Settanta del Novecento; le principali variazioni riguardano la facciata principale, soprattutto il pianoterra per la creazione di spazi commerciali. Tra gli ospiti più illustri del palazzo si ricorda il letterato James Joyce, come testimonia la targa affissa a lato del portale d'ingresso. (da: biblioteche.comune.trieste.it)

Casa Sordina su Piazza Goldoni con un panduro raffigurante Nettuno
I proprietari del palazzo furono il Barone Giovanni Battista Scrinzi di Montecroce, avvocato, consigliere municipale, che stilò il testamento del barone Revoltella e curò l'istituzione della Scuola Superiore di Commercio (precursore della facoltà di Economia e Commercio) e della Galleria d'arte Revoltella. Alla sua morte la proprietà si trasferì alle figlie, Contessa Emma Alberty e Contessa Onorina Sordina. Tra i proprietari vi furono inoltre il Conte Francesco Sordina con la moglie, la Contessa Emma Alberta Poija entrambi appassionati collezionisti di cimeli napoleonici, tanto che la casa diventò sede di un museo napoleonico noto in tutta Europa. Il conte Sordina, esperto spadaccino raccolse anche una ricchissima collezione di spade. Alla sua morte la collezione napoleonica e quella di spade andarono disperse. Nel palazzo ebbero sede anche il Caffè Amonia, le Calzature Venezia Giulia (attuale Calzaturificio Castiglioni), il Banco Cooperativo Giuliano, la Rinnovatrice (Reparol - centro per la riparazione immediata di calzature) e fu anche la storica sede della Lista per Trieste.
Sopra: Corso Umberto Saba 27. L'edificio, in stile neoclassico, è stato costruito nel 1822 su progetto dell'architetto Giovanni Nepomuceno Semetz. L'aspetto attuale della casa non corrisponde completamente al disegno originale ( ACT_45). Infatti, il pianterreno e il mezzanino sono stati più volte modificati tra il 1905 e il 1967 per realizzare delle grandi aperture per locali destinati ad ospitare attività commerciali. Il provvedimento di vincolo è da intendersi limitato alla facciata. Descrizione morfo - tipologica:La costruzione presenta una planimetria rettangolare e si compone di quattro piani fuori terra più una mansarda. L'edificio, che presenta un'unica fronte su Corso Saba, si sviluppa maggiormente verso l'interno. L'alto basamento, che comprende il pianoterra e il primo, è caratterizzato da grandi aperture per spazi commerciali. Anche l'ammezzato è stato rimaneggiato, con ampie finestre al posto delle piccole aperture previste in origine. Sopra il basamento, nella parte centrale della facciata con una lieve incassatura, s'impostano due lesene di ordine gigante dorico incorniciate, che formano una finta loggia con la balaustra in pietra lavorata a traforo in corrispondenza del secondo piano. Le tre finestre al centro del piano nobile sono ornate da lunette, mentre quelle laterali sono completate da frontali lineari e davanzali decorati da festoni a bassorilievo. Il portale d'ingresso ad arco è ingentilito da una decorazione floreale. Elementi decorativi: Elementi ornamentali esterni Desc. el. decorativi:- ELEMENTI ORNAMENTALI (esterno) Festoni a bassorilievo sotto i davanzali delle due finestre laterali del piano nobile. Decorazioni vegetali a rilievo ornano la lunetta dell'ingresso. BALAUSTRE (esterno) Balaustre in pietra lavorata a traforo nella finta loggia del piano nobile. LESENE (esterno) Lesene di ordine gigante con capitello dorico. (da: biblioteche.comune.trieste.it)

A sinistra.: Corso Umberto Saba, 5-9
Casa Moreau: L'immobile è collocato su Via Umberto Saba 9, in origine denominata Barriera Vecchia, luogo destinato ad ospitare l'ufficio daziario fino alla metà dell'Ottocento, quando viene trasferito in via dell'Istria. Il sito, originariamente occupato da una "ricca vegetazione boschiva...dei baroni de Fin" (Rutteri, 1950, p. 244), è interessato tra gli anni Venti e Trenta del Novecento da un'intensa attività costruttiva che comporta ristrutturazioni e la costruzione di nuove fabbriche. L'edificio in esame sorge sul sito occupato in precedenza da un immobile sede di una fabbrica di conciapelli di proprietà di Antonio Kunz; fonti contemporanee, infatti, ricordano la presenza nell'area di casette e di stabilimenti di concia, da cui il nome della via adiacente delle Zudecche.

Il palazzo viene costruito nel 1837 su progetto dell'architetto Antonio Buttazzoni, come propria abitazione in città. Il progetto conservato nell'Archivio Tecnico del Comune testimonia l'idea originaria dell'architetto rispetto alla realizzazione definitiva, dove, ad esempio, non compaiono le nove colonne corinzie e le arcate a tutto centro del pianoterra.

L'edificio viene abitato per qualche anno dalla famiglia dell'architetto, per essere acquistata nel 1850 dal negoziante francese Francesco Antonio Moreau, da cui deriva la sua attuale denominazione. La struttura è interessata da diverse modifiche negli anni Settanta dell'Ottocento e tra il 1925 e il 1977; le principali variazioni riguardano la facciata principale, in particolare il pianoterra per la creazione di spazi commerciali. Nel 1936 viene eseguita una parziale sopraelevazione.
La struttura, a pianta rettangolare, è costituita da quattro piani fuori terra. Affaccio principale su Corso Umberto saba, secondari su Via delle Zudecche e Androna Barriera Vecchia. Il prospetto principale è suddiviso in tre registri orizzontali, da due fasce marcapiano fortemente aggettanti al primo e al terzo livello fuori terra. Il pianoterra presenta un rivestimento a bugnato liscio su cui si aprono fori rettangolari di natura commerciale. I piani superiori sono trattati ad intonaco di colore grigio. Il primo e il secondo piano sono articolati da una serie di sei semicolonne di ordine gigante e tre semipilastri con capitello ionico, su alto basamento; la struttura a colonne sostiene una trabeazione semplice che termina con una cornice a dentelli. Le finestre del primo livello sono arricchite da cimasa lineare sorretta da mensole a voluta, mentre quelle del piano superiore sono riquadrate fa una struttura in pietra. Nella parte estrema della facciata all'angolo con Via delle Zudecche, spicca un terrazzo a balaustra con porta a timpano. A coronamento dell'edificio è collocata una serie di abbaini. Struttura costituita da sei semicolonne ioniche e tre semipilastri di ordine gigante su alto basamento in corrispondenza del primo e del secondo piano del prospetto principale. (da: biblioteche.comune.trieste.it)

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